Complimenti, Moto Guzzi.

“Non ci rammarichiamo della sconfitta, tanto più che essa viene inflitta da uomini e macchine italiane per cui noi sentiamo la più sincera ammirazione. La migliore macchina ed il campione più forte sono stati i trionfatori. Dobbiamo rallegrarcene e pensare seriamente alle prossime competizioni”. Sono le parole di Mr. O’ Donovan, amministratore delegato della Norton, all’indomani della strepitosa vittoria della Moto Guzzi a Monza. Parole di ammirazione e – soprattutto – preoccupazione. La fine del dominio inglese nella classe 500 è cominciata e continua l’anno successivo, il 1925. Carlo Guzzi e Giorgio Parodi hanno compreso che con la nuova C4V possono fare grandi cose. E le faranno.

C4V. Campione d’Europa.

La C4V non fu solo la prima vera moto da corsa costruita dalla Moto Guzzi. Fu anche la fine della festa per le moto inglesi, fino ad allora dominatrici sui campi di gara nella classe 500. Vinse sin dalla prima gara, al Circuito del Lario, per poi diventare Campione d’Europa a Monza, a settembre 1924. Un nuovo trionfo.

Da 300 a 30.000.

Dal primo edificio costruito, che comprendeva anche l’abitazione di Carlo Guzzi, rapidamente la fabbrica Moto Guzzi cresce anno dopo anno per far fronte al grande successo che le moto con l’aquila ottengono in tutto il mondo. Fino a raggiungere, nel momento di massima espansione, la ragguardevole dimensione di 30.000 mq.

Numeri vincenti.

2 nel 1922. 4 nel 1923. 21 nel 1924. 32 nel 1925. 42 nel 1926. 62 nel 1927. Una progressione impressionante, preludio a un dominio sui campi di gara che durerà fino al 1957, fino a totalizzare 3.329 vittorie. Nessuno come lei.

1923. Primi in consumo.

La validità della Moto Guzzi diventa lampante anche nel concorso di consumo organizzato a Milano dalla rivista Motociclismo: un agguerrito e parco Valentino Gatti porta all’incredibile risultato di 74,955 chilometri con un litro, portando alla vittoria la Moto Guzzi con grande distacco. Una pubblicità particolarmente efficace per il grande pubblico.

Primo di nome e di fatto.

1922. Primo Moretti è primo di nome e di fatto: nasce la prima concessionaria Moto Guzzi, a Macerata. La prima di una grande rete capillare su tutto il territorio italiano (saranno più di 200 a metà degli anni ’50 e che si espanderà in tutti i principali mercati esteri (più di 50). Sarà possibile acquistare una Moto Guzzi anche in Etiopia, Argentina, Ceylon, Nicaragua, Vietnam, Congo Belga. Un successo sorprendente.

Correre è farsi conoscere.

1922. La Moto Guzzi è al suo secondo anno di vita, la Normale è già una moto eccellente, ma bisogna fare in modo che si sappia. Per questo, non c’è modo migliore che partecipare alle corse, ovunque, così come non c’è modo migliore delle corse per testare le nuove soluzioni. Francesco Rampini, Carlo Marazzani, Valentino Gatti e Mario Cavedini sono i componenti della prima Squadra Corse della Moto Guzzi, che al Circuito del Lario otterranno una splendida vittoria di squadra coronata dal secondo posto assoluto di Valentino Gatti. Si comincia a fare sul serio.

Correre è Normale

1921: le due prime Normale prodotte non fanno in tempo ad uscire dalla nuova fabbrica Moto Guzzi che sono già in gara lungo la massacrante Milano-Napoli. Mario Cavedini e Aldo Finzi le porteranno al traguardo non senza aver avuto qualche inconveniente. A Mandello hanno già ben chiaro il ruolo fondamentale delle competizioni e la scelta di portare subito la prima moto in vendita viene premiata già alla seconda gara: Gino Finzi la porta prima al traguardo alla Targa Florio. E’ un trionfo di audacia, di tecnica, di affidabilità, di coraggio. Il primo di una lunghissima serie.

G.P. 500

4 valvole con albero a camme in testa, doppia accensione, rapporto alesaggio/corsa superquadro. Sono soluzioni tecniche che potremmo tranquillamente definire odierne, e sono le stesse che Carlo Guzzi ha adottato 100 anni fa per il primo prototipo di Moto Guzzi: la GP 500. Nasce nell’officina di Giorgio Ripamonti, a Mandello, grazie alla nausea per i problemi delle moto dell’epoca riparate in officina, all’esperienza nell’aeronautica e al finanziamento del padre di Giorgio Parodi. Non sarà prodotto in serie, ma resterà una chiara dichiarazione d’intenti.